Un uomo solo contro il destino!
Nel settembre del 1066, l’Inghilterra fu scossa da una battaglia che sarebbe diventata l’epilogo di un'epoca: la battaglia di Stamford Bridge. Harald Hardrada, re dei norvegesi, guidò quella che sarebbe stata l’ultima grande invasione vichinga in terra inglese. Di fronte a lui, Aroldo II, re degli anglosassoni, che vinse lo scontro. Ma tra i tanti episodi che caratterizzano questa battaglia, uno in particolare ha lasciato una traccia indelebile nella memoria storica.
Enrico di Huntingdon, storico e religioso inglese vissuto tra il 1080 e il 1160, ci racconta una scena degna delle migliori leggende: un singolo guerriero norvegese, armato solo della sua ascia da battaglia, si erge a difesa del ponte di Stamford. Questo misterioso combattente, di cui il nome purtroppo si è perso, riuscì da solo a fermare l’avanzata dell’intero esercito inglese, abbattendo più di quaranta nemici. Un atto di puro coraggio, durato fino a quando un soldato inglese, con un colpo astuto, non lo ferì a morte da sotto il ponte con una lancia. Solo allora gli inglesi riuscirono a passare.
Il cronista Enrico di Huntingdon, nella sua Historia Anglorum, un’opera che va dall’invasione romana della Britannia fino all’ascesa di Enrico II nel 1154, ci regala questo potente frammento di leggenda, perché di tale si tratta. La battaglia di Stamford Bridge segnò l'ultima vittoria di Aroldo, ma anche l'inizio della fine per lui. Poche settimane dopo, infatti, dovette marciare verso sud per affrontare Guglielmo il Conquistatore a Hastings, dove trovò la morte e con essa la fine del dominio anglosassone sull’Inghilterra.
Il 1066 fu un anno cruciale, un momento di svolta. L’Inghilterra si trovava stretta tra due fronti: al nord, i norvegesi di Hardrada, al sud, i normanni di Guglielmo. E in mezzo, c’è quell’immagine indimenticabile: un singolo uomo, un guerriero norvegese, che con la sua ascia tentò di rallentare l’ineluttabile. Il suo nome non ci è giunto, ma la sua impresa, tramandata da Enrico, è diventata leggenda. Uno degli ultimi atti della grande era vichinga.
Questo combattente rimane simbolo di una resistenza disperata, un momento in cui un solo uomo cercò, con tutte le sue forze, di fermare l’intero corso della storia. E in un certo senso, ci riuscì, se ancora oggi ricordiamo il suo sacrificio.
Nel terzo romanzo della sua saga, Guibert il Cavaliere Errante dovrà vedersela, tra le altre minacce, con l'eredità di quegli eventi che modificarono la storia d'Inghilterra... Sarà un finale epico! (Clicca sull'immagine e inizia la tua avventura!)
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